Lettera per il 40° Anniversario da parte di Sergio Todesco

Scritto da Sergio Todesco

Per i quarant’anni del Centro Studi Eoliani

Ho iniziato a frequentare con una certa continuità l’Arcipelago Eoliano a partire dalla fine degli anni ’80. Il mio lavoro di direzione della Sezione Etno-antropologica della Soprintendenza di Messina me ne imponeva in qualche modo la frequentazione, costituendo le isole Eolie nel loro complesso uno straordinario giacimento di beni materiali e immateriali relativi alla cultura tradizionale, della cui conoscenza, tutela e valorizzazione avevo la competenza.

Fin dai primi anni di quella straordinaria stagione dei beni culturali in Sicilia ho trovato negli amici del “Centro Studi e Ricerche di Storia e Problemi Eoliani”, e in Nino Paino in particolare che a quel tempo lo dirigeva, una preziosa collaborazione che si venne concretizzando in una pluralità di modi, nel segnalare beni a rischio sui quali esercitare la tutela, o in via di sparizione da documentare per conservarne memoria; ma anche agevolando i miei contatti con le Istituzioni locali e “iniziandomi” progressivamente alla conoscenza dei documenti storici, archivistici, letterari sulle Eolie.

Già in quei primi anni mi apparve chiaro che il Centro Studi non era un sodalizio formato da gente interessata a oziosi esercizi di erudizione locale, bensì una famiglia di persone seriamente, direi visceralmente, volta a praticare il gusto della memoria e tendere al mantenimento di un’identità quanto mai a rischio di opacizzazione in un luogo come l’Arcipelago, da decenni fatto oggetto di imponenti flussi turistici (parte dei quali del genere mordi-e-fuggi) che rischiavano di arrecare mutazioni radicali e irreversibili all’assetto territoriale, sociale, antropologico di queste isole, ricche di memorie tra le più antiche nell’intero bacino mediterraneo.

La mia vicinanza al Centro, direi la mia piena sintonia con le prospettive e i valori che stavano alla base del suo operare, mi indussero a intensificare la mia presenza e le iniziative di conoscenza, tutela e valorizzazione del patrimonio tradizionale eoliano, concretizzatesi nel corso di un ventennio in pubblicazioni, mostre, partecipazione a convegni, vincoli, restauri, provvedimenti istituzionali di vario genere. Mi limito a menzionare in questa sede un monumentale Atlante dei Beni Etno-antropologici Eoliani (1995), la cui presentazione a Lipari non a caso venne promossa e organizzata dal Centro; il restauro di gran parte del patrimonio pittorico votivo presente in alcune isole dell’Arcipelago (Lipari, Salina, Stromboli); il lavoro svolto, nella veste di antropologo, in seno al Comitato Scientifico incaricato di redigere le Linee Guida del Piano di Gestione Unesco Isole Eolie, che hanno disciplinato le azioni coerenti con l’inserimento, avvenuto nel 2000, delle Isole Eolie nella World Heritage List, che ha posto l’Arcipelago Eoliano all’attenzione di tutta la comunità internazionale.

Oltre a ciò, una serie nutrita di incontri cordiali, di proficui scambi intellettuali e affettivi con Nino Paino, con Nino Saltalamacchia e molti altri appassionati e partecipi componenti questo prezioso sodalizio. In breve, un’esperienza di lavoro in sinergia e piena sintonia intellettuale e “civile” con quanto il Centro è venuto promuovendo nella sua pluridecennale attività.

Alla fine degli anni ’50 del secolo scorso Ernesto de Martino, nel rivendicare il suo senso di appartenenza alla Lucania, da lui percepita come patria culturale, osservava che “ciò che conta non è … l’essere anagrafico, che accomuna nella sua indifferenza di date di nascite e registrazioni di morti, ma l’essere che è cercato e riconosciuto”. Tale è stato e continua a essere per me l’Arcipelago, una delle patrie culturali cui mi è avvenuto di legare conoscenze, memorie, emozioni, affetti. E il Centro Studi Eoliani ha contribuito potentemente a rafforzare in me questo sentimento, questa filiazione.

Sergio Todesco

 

 

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